25 aprile – 1° maggio 2010: contro il fascismo, contro il capitalismo

‘’ Viviamo in un mondo di perfida regressione. Una costellazione fatale sovverte la democrazia e la spinge nelle braccia del fascismo che essa ha abbattuto solo per aiutarlo non appena a terra a risollevarsi in piedi’’.

(Thomas Mann – Prefazione alla raccolta di lettere dei condannati a morte della Resistenza europea)

‘’Non bisogna isolare il fascismo. Esso non è la storia di un venticinquennio, non è il racconto detestabile e funesto di una catastrofe conclusa nel 1945. Bisogna considerarne le radici; esse sono vegete e turgide ancora e alimentano ancora l’albero maligno. Per le piazze d’ Italia tornano a risuonare nelle ore notturne le grida degli sciacalli in camicia nera. E forse non mancherebbero turiboli e mani sacerdotali a benedire i resuscitati gagliardetti’’.

(Concetto Marchesi – Umanesimo e comunismo – Editori Riunti, p.101)

Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, si produce un fenomeno che poteva apparire impensabile fino a poco tempo prima: la rinascita del fascismo in Europa, con il sostegno dell’imperialismo USA.

In Italia, i gerarchi fascisti sopravvissuti o non vengono processati o vengono assolti dai giudici, che sono sempre gli stessi che avevano condannato gli antifascisti durante il ventennio.

Allo stesso tempo, numerosi partigiani vengono perseguitati come criminali per avere giustiziato esponenti del regime mussoliniano. Molti saranno costretti all’esilio nei paesi socialisti.

In un articolo del 1949, Pietro Secchia così denunciava la situazione di allora:

‘’Uno dei massimi responsabili dei delitti fascisti, il ‘’principe’’ dei criminali di guerra, il capo di quella X Mas che ha al suo attivo ottocento omicidi documentati, il saccheggio, la razzia e l’incendio di interi villaggi italiani, centinaia di partigiani seviziati, torturati, vivisezionati, Junio Valerio Borghese, è stato posto in libertà.

La ignobile sentenza è stata salutata col braccio teso dai fascisti presenti e da micidiali raffiche di mitra sparate su ordine di altri fascisti contro gli operai di Isola del Liri.

L’aggressione a fuoco contro gli scioperanti del Liri e l’assoluzione di Borghese hanno un legame e una logica. In un regime in cui la classe dominante tende a risolvere i problemi del lavoro col manganello e col mitra non stupisce siano rimessi in circolazione i più odiosi criminali fascisti. Il processo alla Resistenza è già cominciato e qualcuno vorrebbe poterlo concludere con la condanna dei partigiani, dei patrioti e degli antifascisti.

Le carceri italiane sono oggi piene di lavoratori, di ex partigiani, di operai, di contadini… I traditori della patria sono invece assolti e amnistiati. I grossi gerarchi hanno ripreso le loro funzioni…Costoro certamente offrono maggiori garanzie che non i partigiani di servire la causa della guerra, dell’America e del Vaticano’’.

(Pietro Secchia – La Resistenza accusa 1945-1973 – Mazzotta editore, 1973, pp.97-99) .

Nel luglio 1960, la Democrazia Cristiana dà vita al governo Tambroni con i fascisti del Movimento Sociale. La reazione popolare è immediata. A Genova, dove i fascisti pretendevano svolgere il loro Congresso nazionale, assume un carattere insurrezionale. Accanto agli operai e ai partigiani, scendono in piazza migliaia di giovani dalle magliette a strisce, che la stampa borghese chiamerà ‘’teddy boys’’ (come recita una canzone dell’epoca : ‘’E piazza De Ferrari in un attimo fu presa – fascisti e celerini chiedevano la resa – e poi e poi e poi ci chiamarono teddy boys). La borghesia si serve del prezioso lavoro di pompieraggio dei dirigenti del PCI, che riescono a frenare lo slancio antifascista delle masse.

Nei decenni successivi si succedono attentati terroristici dei fascisti e dei servizi segreti, tentativi di colpi di stato, provocazioni contro il movimento operaio. Nessuno dei mandanti dei crimini di quel periodo verrà condannato, perché la classe dominante non può processare se stessa.

Oggi la lotta antifascista è più viva e attuale che mai. Ma sarebbe una pia illusione pensare di potere sconfiggere il fascismo senza distruggere il sistema capitalista, che genera ogni giorno fascismo, razzismo, violenza ,discriminazione, ronde antiimmigrati, ecc.

A livello internazionale, le forze più reazionarie si coagulano attorno all’impero USA, capeggiato dal pupillo dei pennivendoli ‘’di sinistra’’ di casa nostra, il ‘’progressista e democratico’’ Barak Obama, premio Nobel della guerra, che aumenta le spese militari, manda altri 30.000 soldati in Afghanistan, appoggia il colpo di stato in Honduras, installa 7 basi militari in Colombia per preparare una nuova guerra contro Venezuela, Bolivia e i governi progressisti e antimperialisti dell’America Latina.

Come comunisti, siamo al fianco di tutti i popoli oppressi e minacciati dall’imperialismo, a fianco della resistenza irakena, della resistenza afghana, del popolo palestinese massacrato ogni giorno dal regime razzista e genocida di Israele.

Ma il modo migliore per esprimere la nostra solidarietà è quello di lottare contro il nemico che è in casa nostra, il capitalismo italiano, questo ‘’imperialismo straccione’’ che manda aerei e mercenari in Afghanistan. accodandosi alla guerra di aggressione delle maggiori potenze imperialiste.

Solo se la classe operaia prende coscienza della sua immensa forza e della necessità di realizzare l’unità nelle proprie file, potrà sostenere una battaglia vittoriosa contro il sistema capitalistico.

Nel suo Rapporto al VII Congresso dell’Internazionale Comunista, Giorgio Dimitrov affermava:

‘’A noi proletari, e non ai parassiti sociali e agli oziosi appartiene il futuro, il futuro costruito con mani operaie. Gli uomini che governano oggi nel mondo capitalistico sono uomini che passano. Il proletariato è il vero padrone del mondo, il padrone di domani. Ed esso deve investire dei suoi diritti storici, prendere nelle mani le redini del potere in ogni paese, in tutto il mondo’’.

Sì, se il proletariato prende coscienza di essere ‘’il vero padrone del mondo’’, che deve ‘’prendere nelle mani le redini del potere’’, allora il sistema capitalista non durerà in eterno!

Con questi obiettivi scendiamo in piazza il 25 aprile e il 1° maggio: contro il fascismo, contro il capitalismo, per la dittatura proletaria, per il socialismo!