Le ragioni del Comunismo

Ode al Comunismo

 

È ragionevole, chiunque lo capisce: è facile.

Non sei uno sfruttatore, lo puoi intendere.

Va bene per te, informatene.

Gli idioti lo chiamano idiota e, i sudici, sudicio.

È contro il sudiciume e contro l'idiozia.

Gli sfruttatori lo chiamano delitto.

 

Ma noi sappiamo:

è la fine dei delitti.

Non è follia ma invece

fine della follia.

Non è il caos ma

l'ordine, invece.

È la semplicità

che è difficile a farsi.

1967 - 2017 50 anni senza il Che - Attualità di un rivoluzionario

Il prossimo 9 ottobre si svolgerà a Milano, presso lo SPAZIO LIGERA di Via Padova 133, alle ore 20, un'iniziativa (dibattito e proiezione di un film) promossa dal ''Circolo Itinerante Proletario Georges Politzer'' e da Scintilla Onlus, in occasione del 50° Anniversario dell'assassinio di Ernesto Che Guevara.
Il tema sarà: ''Attualità di un rivoluzionario''.
In una occasione Lenin ebbe a dire che, dopo la morte di un dirigente rivoluzionario, le stesse classi dominanti che lo hanno perseguitato e che lo hanno assassinato, cercano in tutti i modi di svilire e di snaturare il contenuto del suo insegnamento.
Questo è ciò che è avvenuto con l'opera del ''Che'', opportunisti di ogni risma hanno cercato di deformare completamente il suo insegnamento.
Gli anarchici hanno cercato di presentare il Che come un combattente ''libertario'' insofferente di ogni tipo di organizzazione e disciplina di partito.
Ma uno studio serio e scientifico dell'opera del ''Che'' non lascia dubbi sulla sua posizione conseguente con l'ideologia del proletariato, col marxismo-leninismo.
Il ''Che'' afferma: ''Nello schema generale di costruzione del partito, questo si pone fermamente alla direzione dello Stato proletario e guida con i suoi atti, col suo esempio, coi suoi sacrifici, con la profondità del suo pensiero  con l'audacia dei suoi atti, ogni momento della nostra rivoluzione.
Nella nuova tappa in cui viviamo, nella tappa della costruzione del socialismo... rimane come unica e determinante la dittatura, la dittatura della classe operaia come classe organizzata sulle altre classi che sono state sconfitte.
In questo momento non si può ammettere altro tipo di dittatura se non la dittatura del proletariato come classe''.
Come si vede, nulla di più lontano dalle teorie anarchiche e spontaneiste.
Anche i trotzkisti hanno cercato di ''tirare'' il "Che" dalla loro parte.
Giocando in maniera disonesta con alcune critiche di Ernesto Guevara nei confronti dei dirigenti revisionisti krusceviani, hanno inventato la favola di un ''Che'' antisovietico e antistalinista.
Ma ancora una volta è sufficiente la lettura dei suoi testi per smontare completamente queste menzogne.
In un discorso del 1966 il ''Che'' afferma:
''Sono arrivato al comunismo grazie a papà Stalin, sono diventato marxista leggendo le opere di Stalin e nessuno può dirmi che non devo leggere le sue opere.
Il mio dovere come comunista marxista-leninista è smascherare la reazione occulta dietro il revisionismo, l'opportunismo e il trotzkismo e insegnare ai compagni che non devono accettare come validi i giudizi contro Stalin formulati da borghesi, socialdemocratici e anche pseudomarxisti lacchè della reazione il cui vero scopo è distruggere il movimento operaio dall'interno''.

 

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